La frantumaglia by Elena Ferrante

La frantumaglia by Elena Ferrante

autore:Elena Ferrante
La lingua: ita
Format: azw3, epub
Tags: Contemporary Fiction, Biographies & Memoirs, Diaries & True Accounts, Contemporary Women, Family Saga, Arts & Literature, Italian, Foreign Language Fiction, Foreign Languages, Biographies, Sagas, Authors, Literature & Fiction, Genre Fiction, Women's Fiction
editore: Edizioni e/o
pubblicato: 2012-09-06T22:00:00+00:00


L’immagine della madre

Devo confessarvi che la psicoanalisi, quando intorno ai sedici anni ne seppi qualcosa, mi spaventò, e ancora mi spaventa. So perché. Induce a gettare lo sguardo molto lontano, oltre ogni ordine costituito, e quando il raggio visivo torna quello solito niente è più come prima, ogni altro discorso sembra una maschera di parole calzata per nascondere l’angoscia. Naturalmente è uno spavento che mi seduce, del discorso psicoanalitico mi piace soprattutto la sfrontatezza visionaria, la sua potenza corrosiva celata dietro la promessa terapeutica. Per il resto appartengo alla schiera dei dubbiosi. È terapia, è taumaturgia? Non sono mai stata in analisi. Però è raro che uno si salvi da un pianerottolo traballante in cima a un edificio gettandosi nella tromba delle scale.

Ho amato molto Freud, che ho letto abbastanza: mi pare sapesse più dei suoi seguaci che la psicoanalisi è il lessico del precipizio. Conosco poco Jung. Ho letto con molta passione Melanie Klein. Non so quasi niente di Lacan, so parecchio di Luce Irigaray, seguo il confronto e le guerriglie in Italia tra linee diverse di pensiero femminile. Quanto queste letture e altre ancora e gli interventi e le discussioni abbiano influito sui miei libri per me è un mistero, sono una lettrice che dimentica velocemente tutto quello che legge. Mi auguro però che i debiti che ho contratto siano di scarsa entità, non mi piacciono i racconti che sono la messinscena programmatica della teoria del gruppo d’appartenenza.

D’altra parte come negare che L’amore molesto viene anche da ciò che, a fine anni ’80, sapevo della ricerca e del dibattito sull’infanzia femminile e sull’attaccamento delle bambine alla madre? Il titolo stesso del libro, per esempio, conserva traccia di un passaggio del saggio di Freud sulla Sessualità femminile (1931) a proposito della fase preedipica della donna: “In realtà durante questa fase” scrive Freud nell’italiano dei suoi traduttori, “il padre non è per la bambina che un rivale molesto...”. Rivale molesto. Colui che contende alla bambina l’amore della madre. A quel tempo la casa editrice mi proponeva titoli come Il molestatore, Molestie sessuali, e a me tornò in mente quell’espressione di Freud, la considerai un buon titolo: Il rivale molesto. Poi però il rimando all’imago paterna mi sembrò fuorviante e, con uno slittamento importante per me, scelsi infine L’amore molesto. Mi sembrò aderente al racconto che fosse molesto l’amore, l’amore che fa del padre il rivale della figlia, l’amore esclusivo per la madre, l’unico grande tremendo amore originario, la matrice inabolibile di tutti gli amori.

Era un tema che mi stava a cuore allora e mi sta molto a cuore oggi, le donne-analiste, le donne-filosofe hanno lavorato con risultati avvincenti sulla fase preedipica femminile, e la scrittura letteraria non può che giovarsene. Ma ribadisco che non mi piace replicare e rafforzare il lessico di una qualche ortodossia. Preferisco i racconti che, se sono racconti davvero, sprofondano lungo il filo del dolore senza badare al “giusto modo”. Leggo sempre con trepidazione storie di donne, romanzi, diari, racconti di vita femminile che toccano fondali bui.



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